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OrtiAlti, dopo il premio WE-Women for Expo crescono nuovi progetti sui tetti

L’idea degli architetti Elena Carmagnani e Emanuel Saporito lavora al recupero e alla riqualificazione ambientale grazie alle nuove interazioni sociali costruite dal progetto.


Articolo di Marilena de Giorgio e intervista di Elena Carmagnani ed Emanuela Saporito sul portale Tiscali.it, il 20 maggio 2015.


Torino 20.5.2015 – OrtiAlti ha vinto il primo premio del concorso WE-Women for Expo 2015 e Padiglione Italia. All’Ecofoyer Casa dell’Ambiente, un evento di presentazione pubblica con le ideatrici, l’architetto Elena Carmagnani e l’architetto Emanuela Saporito è stata l’occasione per porre l’attenzione sulle collaborazioni intraprese ed il valore sociale di un’idea in pieno sviluppo.

“Si stanno aprendo delle progettualità interessanti – dice Elena Carmagnani -. Nel nostro territorio stiamo lavorando su un edificio nella zona nord di Torino che si chiama Casa Ozanam, una ex fabbrica data in gestione recentemente ad una cooperativa di lavoro che ha un ristorante che si occupa di reinserimento lavorativo di adolescenti a rischio. La struttura è dotata di 600mq di tetti piani e l’idea è di fare un orto a servizio del ristorante insieme a questa coooperativa. E’ un progetto che per noi diventerebbe il prototipo di OrtiAlti – aggiunge la Carmagnani -; siamo partite da un piccolo intervento nel 2010, sul nostro studio, e adesso stiamo lavorando a dare forma alla complessità di questo progetto”.

Un caso vincente di impresa al femminile che, secondo le ideatrici, dopo il premio ha portato alla creazione di nuove connessioni professionali. “Il premio è stata ulteriore occasione perconfrontarci con imprese al femminile nel resto del mondo che sono dedicate ad attività ad impatto sociale e ambientale – spiega Emanuela Saporito -. Collaboriamo con una cooperativa di lavoro che si occupa di manutenzione del verde il cui cda è prevalentemente al femminile, inoltre ci avvaliamo del supporto di donne agronome”.

Architettura e salvaguardia dell’ambiente sono collegati nel progetto OrtiAlti. “Quello che facciamo come architetti è costruire spazi di vita – aggiunge Saporito -. Per questa ragione dobbiamo porci il problema della qualità della vita e dell’ambiente urbano e questo vuol dire tenere in considerazione non solo gli aspetti ambientali ma anche quelli relazioni. Questi temi trovano spesso luogo di espressione in spazi urbani in disuso o abbandonati. Al naturale rapporto tra nuovo costruito e ambiente aggiungiamo il recupero e la riqualificazione ambientale grazie alle nuove interazioni sociali che si creano”.

Marilena de Giorgio, Spazi Inclusi

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