CI SONO OTTOCENTO ETTARI DI TETTI PIANI A TORINO, L’EQUIVALENTE DI DICIANNOVE PARCHI DEL VALENTINO. PENSA QUANTI FAGIOLINI E POMODORI, QUANTA QUALITÀ DELLA VITA SI PUÒ COLTIVARE.
Articolo di Gian Luca Favetto su La Repubblica Torino, 30 maggio 2015
30 maggio 2015 – Un orto sul tetto che scotta. Così diventa fresco. E sotto, in casa, si sta meglio. E, intanto, si possono raccogliere i prodotti della terra. In alto. Ecco un’idea che forse attecchisce e che ha mosso i suoi primi passi a Torino. Gli esempi in giro per il mondo sono molti, New York, Chicago, Parigi, Berlino. Ma in Italia non se ne conoscono di simili.
L’orto in casa. Più precisamente, sul tetto. Il primo esperimento è del 2010. L’hanno messo in pratica tre architetti con lo studio in via Goito 14, Elena Carmagnani, Giorgio Davì e Gabriele Gatti. Era quasi un gioco, in un edificio di metà Ottocento, su un basso fabbricato interno cortile, condiviso dalle sette famiglie di condomini.
Un paio di anni più tardi è arrivata Emanuela Saporito, ricercatrice al Dipartimento di Urbanistica del Politecnico, e si è cominciato a ragionare sull’impatto a scala urbana del verde pensile, degli orti, che può migliorare la qualità della vita. La terra (una terra alleggerita e molto minerale, a grumi grossi rossicci) d’inverno trattiene il calore e d’estate rinfresca la soletta e impedisce al calore di penetrare.
Così è nato il progetto Orti Alti, che a Expo ha vinto un premio per l’imprenditoria femminile. Il primo, quello di via Goito, è un orto piccolo, venti metri quadrati appena: preparato a marzo, produce pomodori, fagiolini, zucche, zucchine, peperoni, peperoncini, coste, quattro tipi di insalate, salvia, rosmarino, basilico e prezzemolo. Altri cinque sono in fase di progettazione: in via Foligno angolo via Stradella, in cima a una vecchia struttura industriale; sul nuovo Carrefour a Nichelino; su una sorta di Casa del quartiere in via Baltea; su un’azienda di Santena e su una casa liberty in zona Crocetta.
Il dato grezzo è che ci sono ottocento ettari di tetti piani a Torino, l’equivalente di diciannove Parchi del Valentino. Pensa quanti fagiolini e pomodori, quanta qualità della vita si può coltivare
Gian Luca Favetto